IL PUNTO SUI DEBITI AMAM VERSO I FORNITORI DI ENERGIA ELETTRICA TRA IL 2013 ED IL 2018 E LO SBLOCCO DEI CONTI SU POSTE ITALIANE PIGNORATI A SEGUITO DI IMPUGNATIVA CONTRO HERA COMM
L’AZIENDA A GIUGNO 2018 RISCHIAVA IL BLOCCO DELLE ATTIVITA’, GRAVATA DA 52 MILIONI DI EURO DI DEBITI PER BOLLETTE IN SALVAGUARDIA NON LIQUIDATE PER CUI SUBIVA I RELATIVI DECRETI INGIUNTIVI IMMEDIATAMENTE ESECUTIVI
Dai vertici di AMAM e Comune di Messina, il punto di sintesi sulla condizione debitoria di AMAM SpA che, sin dal giugno 2018, ovvero dall’insediamento dell’attuale management, è subito apparsa molto grave, con debiti in bilancio per circa 100 milioni di euro (e crediti di pari valore), in gran parte contratti nei confronti dei fornitori di energia elettrica.
Accanto agli altri debiti in conto corrente e non strutturali, infatti, preoccupavano i rilevanti contenziosi passivi pendenti che avevano prodotto i decreti ingiuntivi muniti di esecutività dai maggiori fornitori di energia elettrica: Enel Energia, per un totale di 36 milioni di euro circa, e da Hera Com, per circa 18 milioni di euro. .
La transazione Enel, effettuata nel giugno 2019, ha poi permesso il taglio degli interessi maturati ed il taglio del 25% sul costo complessivo sulla sorte capitale, portando a circa 24 milioni di euro il totale complessivo da corrispondere, dei quali il 50% nel 2019-2020 (già liquidati) ed il 50% in 8 anni dal 2021)
Ciò ha comportato uno sforzo gestionale importante in quanto si è dovuto liquidare circa 12 milioni di euro in 8 mesi mantenendo tuttavia i livelli di qualità del servizio a canoni di efficienza. La transazione Enel, inoltre, ha liberato dal giogo debitorio l’azienda e ha permesso l’acquisto dell’energia mediante il lotto CONSIP con risparmio del 35% rispetto alla gestione precedente, nonché l’utilizzo delle somme ‘risparmiate’ dalla mancata corresponsione della ‘salvaguardia’ a beneficio di investimenti per l’efficientamento del servizio e il pagamento degli stessi debiti pregressi.
A differenza di quanto avvenuto con Enel, Heracomm non ha invece inteso procedere alla proposta di transazione nonostante ripetute richieste di analizzare modalità compatibili con il cash flow dell’azienda.
La risposta della parte creditrice Hera Comm, prima a Gennaio 2020, poi successivamente a pignoramento avvenuto, è stata negativa in termini di stralcio degli interessi, nei termini di stralcio della salvaguardia e spese legali, nonché anche nei termini dilatori, rendendosi disponibile esclusivamente ad una rateizzazione in massimo 3 annualità consecutive di tutto il capitale insoluto, compreso anche quanto non oggetto di opposizione, oltre interessi (senza, pertanto, alcuno stralcio su tutti i 18 milioni di euro e senza considerare che 2,8 milioni di euro circa erano già stati liquidati nel 2018 rendendo quindi il relativo calcolo di parte errato).
La soluzione proposta da Hera Comm non sarebbe stata praticabile in considerazione che si stava procedendo alla liquidazione delle ultime rateizzazioni del primo 50% dovuto verso Enel, e che la mancata corresponsione delle stesse rate avrebbe fatto decadere i benefici sulla stessa transazione ed avrebbe inibito l’ingresso al mercato ordinario dell’energia con risparmi notevoli sui relativi costi.
Nel luglio 2020, dopo un periodo di lockdown che aveva sospeso gli effetti di ogni precetto, è stato notificato un pignoramento da parte di Hera Comm senza che questo fosse stato preceduto dal alcuna notifica di immediata esecutività dello stesso decreto ingiuntivo; conseguenza logica è stata il blocco dei conti correnti AMAM senza la possibilità di azione da parte dell’azienda tranne quella di proporre azione legale contro lo stesso pignoramento.
Tale condizione è risultata di particolare criticità ai fini della gestione del servizio sia idrico che fognario ed avrebbe potuto cagionare danni irreversibili alla gestione del servizio, ivi incluso in primo luogo il pagamento degli stipendi ai dipendenti AMAM, ma anche alla corresponsione del dovuto verso tutti gli altri essenziali fornitori di beni, servizi e lavori.
L’impugnativa del pignoramento verso terzi, da parte di AMAM, ha prodotto, in data 4 agosto 2020, una prima ordinanza di sospensione del procedimento di blocco, e rimandava al merito la decisione ma motivava la sospensione con i gravi ed irreparabili danni che l’azienda avrebbe subito dalla mancata disponibilità economica delle somme staggite, e di quelle che nel frattempo confluivano nel conto corrente di AMAM presso Poste Italiane, in quanto la gestione di un servizio pubblico non può prevedere delle somme pignorate se non viene prima notificata l’immediata esecutività dello stesso decreto ingiuntivo.
La conferma della bontà dell’azione legale di AMAM è arrivata il 4 ottobre allorquando la sentenza di merito ha stabilito come le somme non andavano pignorate annullando lo stesso pignoramento e confermando quanto evidenziato nell’ordinanza di sospensione; alla notifica dell’ordinanza si sono registrati gli sblocchi immediati da parte di BPer, che già aveva reso disponibile le somme che confluivano nei conti AMAM a far data del 4 agosto 2020, mentre risultava impossibile avere notizia sui tempi di svincolo delle somme staggite presso il conto AMAM di Poste Italiane.
Una rapida evoluzione si registrava in data 13 ottobre 2020 allorquando veniva comunicato lo sblocco del conto corrente mediante una mail di Poste Italiane e, comunque, solo dopo la pubblicazione del post su Facebook da parte del Sindaco di Messina, Cateno De Luca.
Il danno derivante dal blocco è stato economico, a causa dell’impossibilità di far fronte ai creditori e fornitori, ambientale e sociale a causa dell’impossibilità di avviare con rapidità i cantieri relativi alle infrastrutture di cui ai bandi Masterplan e che risultano tutti appaltati ed aggiudicati ma per i quali non risultava possibile liquidare le anticipazioni qualora fossero stati consegnati i relativi cantieri: cantieri che oggi possono finalmente partire.
Restano da chiudere i contenziosi con Hera comm e per i quali AMAM si mostra disponibile ad ogni transazione che tenga conto di importi corretti ed effettivamente dovuti nonché di modalità di liquidazione che siano compatibili con una fase di ristrutturazione del debito oggi possibile per merito dei risparmi ottenuti in questi due anni.